venerdì 26 agosto 2022

Bontà insensata



        Ed ecco, a fianco del minaccioso, grande bene, esiste una bontà quotidiana. È la bontà della vecchia che porta un pezzo di pane a un prigioniero, del soldato che da da bere dalla sua borraccia al nemico ferito, della gioventù che ha pietà della vecchiaia, è la bontà del contadino che nasconde nel fienile un vecchio ebreo. È la bontà dei guardiani che mettendo in pericolo la loro stessa libertà, consegnano le lettere dei prigionieri, non ai propri compagni di fede, ma alle madri e alle mogli. Questa bontà privata di un singolo individuo nei confronti di un suo simile, è senza testimoni, una piccola bontà senza ideologia. La si può chiamare bontà insensata. La bontà degli uomini fuori dal bene religioso o sociale.

        Ma se ci soffermiamo a riflettere, ci accorgiamo che la bontà fine a se stessa, privata, casuale, è eterna. Essa si diffonde su tutto ciò che vive, perfino sul topo, su quel ramo spezzato che il passante, fermandosi un istante, accomoda perché gli sia più naturale e facile cicatrizzarsi e guarire.

        In questi tempi terribili, quando la follia regna nel nome della gloria dei vari stati, delle nazioni, del bene universale, in un'epoca in cui gli uomini non sembrano più uomini, ma sono stroncati come i rami degli alberi, e come pietre che tirano giù le altre pietre riempiono burroni e fosse, in quest'epoca di orrore e d'insensata pazzia la bontà pietosa, sparsa nella vita come una particella di radio, non è svanita.



Grossman Vassilij Semenovic - Vita e destino, pagina 405-406 Jaca Book Milano1998

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