venerdì 28 settembre 2007

“Madre... dell'acqua!”

Grossman Vassilij Semenovic - Vita e destino, pagina 406 Jaca Book Milano 1998

 

        Dei tedeschi, di un distaccamento addetto alle azioni punitive, erano giunti in un villaggio. Il giorno prima, durante il tragitto, due lo commilitoni erano stati uccisi. Verso sera riunirono le donne del paese ordinando loro di scavare una fossa al margine del bosco. 

        Molti soldati si installarono nella casa di una donna anziana. Suo marito venne preso in consegna da un poliziotto e condotto in un uffìcio dove poi si apprese che erano già stati radunati altri venti contadini. 

        La vecchia per tutta la notte non riuscì a chiudere occhio: i tedeschi avevano trovato sotto il pavimento un paniere di uova e un barattolo di miele, accesero la stufa, si fecero una frittata e innaffiarono il tutto con la vodka. Il più vecchio di loro si mise a suonare l'armonìca a bocca e altri a battere i piedi e cantare. 

        Alla padrona di casa badavano tanto quanto fosse un gatto. La mattina, all'alba, si misero a controllare se i fucili erano a posto uno, il più vecchio, urtò senza volere il grilletto facendo partire un colpo che lo ferì alla pancia. Cacciò un urlo e poi un lamento. In qualche modo i tedeschi bendarono il compagno e lo deposero sul letto. Poi da fuori chiamarono. A gesti ordinarono alla donna di vegliare il ferito. La vecchia si accorse che le sarebbe stato facile strangolare quell’uomo che ora chiudeva gli occhi, piangeva, muoveva a vuoto le labbra. 

        D'un tratto il tedesco la guardò e disse distintamente: “Madre, dell'acqua”. “Oh, tu maledetto — esclamò la donna — bisognerebbe soffocarti”, gli porse l’acqua. Lui le prese una mano e le indicò che lo aiutasse sedersi perché il sangue gli impediva di respirare. Lei lo sollevò mentre lui si teneva con le braccia al suo collo. In quel momento echeggiò nel paese una raffica e la donna fu scossa da un tremito. In seguito raccontò l’accaduto ma nessuno la capì, ne lei seppe spiegarlo. Questa specie di bontà è condannata per la sua assurdità nella favola dell'eremita che si era scaldato una serpe in seno. È la bontà che risparmia la tarantola che ha morso un bambino. Bontà folle, dannosa cieca

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